The American Yawp Reader (Italiano)


William Lloyd Garrison introduce The Liberator, 1831

William Lloyd Garrison ha partecipato a cause di riforma in Massachusetts fin dalla giovane età . Negli anni 1820 sostenne la colonizzazione nera in Africa e la graduale abolizione della schiavitù. Leggere il lavoro di neri del nord come David Walker ha cambiato idea. Nel 1831 creò un giornale, chiamato The Liberator. Quello che segue è il saggio di apertura che Garrison ha usato per spiegare lo scopo del suo articolo.

Nel mese di agosto ho presentato proposte per la pubblicazione di “THE LIBERATOR” a Washington City; ma limpresa, sebbene acclamata in diverse parti del paese, è stata paralizzata dallindifferenza pubblica. Da quel momento, il il trasferimento del Genio dellEmancipazione Universale alla Sede del Governo ha reso meno imperiosa listituzione di un periodico simile in quel quartiere.

Durante il mio recente tour allo scopo di eccitare le menti delle persone con una serie di discorsi sul tema della schiavitù, ogni luogo che ho visitato ha dato una nuova prova del fatto che una maggiore rivoluzione nel sentimento pubblico doveva essere effettuata negli Stati liberi – e in particolare nel New-England – che nel Sud. Ho trovato disprezzo più amaro, opposizione più attiva, detrazione più implacabile, pregiudizio più ostinato e apatia più congelata che tra i proprietari di schiavi stessi. Naturalmente, cerano eccezioni individuali al contrario. Questo stato di cose afflitto, ma non disdegnava dieci me. Decisi, ad ogni rischio, di innalzare lo standard di emancipazione agli occhi della nazione, in vista di Bunker Hill e nel luogo di nascita della libertà. Quello standard è ora spiegato; e possa galleggiare a lungo, illeso per le spoliazioni del tempo o per i missili di un nemico disperato, sì, finché ogni catena non sarà spezzata e ogni schiavo liberato! Lasciate che gli oppressori del sud tremino – lasciate che i loro sostenitori segreti tremino – lasciate che i loro apologeti del Nord tremino – lasciate che tutti i nemici dei neri perseguitati tremino.

Ritengo che la pubblicazione del mio Prospetto originale non sia necessaria, poiché ha ottenuto unampia circolazione. I principi ivi inculcati saranno costantemente perseguiti in questo documento, tranne per il fatto che non mi schiererò come il partigiano politico di nessun uomo. Nel difendere la grande causa dei diritti umani, desidero ottenere lassistenza di tutte le religioni e di tutte le parti.

Acconsentendo alla “verità evidente” sostenuta nella Dichiarazione di indipendenza americana “, che tutti gli uomini sono creati uguali e dotati dal loro Creatore di certi diritti inalienabili, tra cui la vita, la libertà e la ricerca della felicità ”, mi batterò strenuamente per ottenere limmediata concessione del diritto di voto alla nostra popolazione schiava. A Park-Street Church, il 4 luglio 1829, in un discorso sulla schiavitù, acconsentii senza riflettere alla dottrina popolare ma perniciosa dellabolizione graduale. Colgo loccasione per fare una ritrattazione piena e inequivocabile, e quindi chiedere pubblicamente perdono al mio Dio, alla mia patria e ai miei fratelli poveri schiavi, per aver espresso un sentimento così carico di timidezza, ingiustizia e assurdità. Una simile ritrattazione, dalla mia penna, fu pubblicata nel Genius of Universal Emancipation a Baltimora, nel settembre 1829. La mia coscienza è ora soddisfatta.

Sono consapevole che molti obiettano alla severità del mio linguaggio; ma non cè motivo di gravità? Sarò duro come la verità e intransigente come la giustizia. Su questo argomento, non voglio pensare, parlare o scrivere con moderazione. No! no! Di a un uomo la cui casa è in fiamme di dare un moderato allarme; digli di salvare moderatamente sua moglie dalle mani del rapitore; dì alla madre di districare gradualmente il suo bambino dal fuoco in cui è caduto; -ma sollecitami a non usare moderazione in una causa come la presente! Sono sincero – non sarò equivoco, non mi scuserò – non mi ritirerò di un centimetro – E SARO SENTITO. Lapatia della gente è sufficiente per far saltare ogni statua dal suo piedistallo e per affrettare la risurrezione dei morti.

Si finge che io stia ritardando la causa dellemancipazione con la grossolanità della mia invettiva e la precipitosità delle mie misure. Laccusa non è vera. Su questa questione la mia influenza, – umile comè, – si fa sentire in questo momento in misura considerevole, e si farà sentire negli anni a venire – non in modo pernicioso, ma benefico – non come una maledizione, ma come una benedizione; e i posteri renderanno testimonianza che avevo ragione. Desidero ringraziare Dio, che mi permette di ignorare “il timore delluomo che porta un laccio” e di dire la sua verità nella sua semplicità arida potenza …

Oppressione! Ti ho visto , faccia a faccia,

E ha incontrato il tuo occhio crudele e la fronte annebbiata;

Ma il tuo sguardo avvizzito non temo ora –

Per paura a più orgoglioso i sentimenti cedono il posto

di profonda ripugnanza!Disprezzando la disgrazia

Delle ginocchia servili che al tuo inchino sgabello,

Anchio mi inginocchio, ma con ben altra promessa

Saluta te e la tua orda di mercenari base: –

Lo giuro, mentre il sangue vitale mi riscalda le vene palpitanti,

Ancora per contrastare e contrastare, con il cuore e la mano,

Il tuo ondeggiare brutalizzante – finché le catene di Afric

sono spezzate, e la libertà governa la terra salvata, –

Calpestando loppressione e la sua verga di ferro:

Questo è il voto che faccio – QUINDI AIUTAMI DIO!

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